Carmine Battipede e l’intuizione dell’importanza della Dieta Mediterranea
A Carmine Battipede, dispensatore di sogni, progetti e umanità…
Recita così la targa affissa in piazza Risorgimento a Battipaglia per ricordare il fondatore del Festival Internazionale Teatro Ragazzi.
Il nome di Carmine Battipede non è solo legato ad una delle stagioni più ricche di fermento culturale della cittadina della piana del Sele. Il suo nome fa rima anche con la valorizzazione della Dieta Mediterranea quando questo termine non era in voga e nessuno dava a questo stile di vita un ruolo particolarmente significativo, né dal punto di vista nutrizionale, né per lo sviluppo del territorio.
Facciamo un passo indietro e vediamo come nacque l’intuizione che portò Carmine Battipede a capire in anticipo sui tempi il valore della Dieta Mediterranea.
Erano i primi anni del nuovo millennio e Carmine Battipede si appassionava alla storia di Ancel e Margareth Keys, gli studiosi americani che avevano condotto per lunghi anni delle ricerche sulla Dieta Mediterranea. Grazie a questi studi i due ricercatori erano arrivati a collegare la longevità delle popolazioni del Cilento e la scarsa incidenza di alcune patologie, quali quelle cardiache, proprio allo stile di vita mediterraneo.
I coniugi Keys si erano poi trasferiti in Italia, nella comunità di Pioppi, proseguendo i loro studi ed alternando i soggiorni fra l’America e il Cilento.
Carmine Battipede iniziava a dare una forma alla miriade di informazioni che leggeva sulla Dieta Mediterranea e scorgeva il valore di tutto quell’universo ancora precluso a tanti.
Nel 2003 si recò in America, grazie alla Provincia di Salerno, per conoscere personalmente i coniugi Keys, ormai anziani. Da quell’incontro nacque la nuova consapevolezza dell’importanza della Dieta Mediterranea tanto che l’anno dopo fondò il Museo Vivente della Dieta Mediterranea, proprio a Pioppi e proprio dedicato alla figura di Ancel Keys.
Da allora la Dieta Mediterranea ne ha fatta di strada!
È aumentata la percezione dell’immenso valore che rappresenta per i territori che la praticano e l’Unesco nel 2010 l’ha iscritta nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, su proposta di alcuni Paesi del Mediterraneo, fra cui anche l’Italia.
A Carmine Battipede va il riconoscimento di aver visto lontano e di aver capito fin da subito il ruolo che la Dieta Mediterranea poteva avere per lo sviluppo dei territori.
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